I CALZINI

(scherzo filosofico-calzante)

Pierre-Yves Millot

traduzione : Chiara Canesi
titolo originale : Les Chaussettes



Personaggi:

EMILIO CALZINO
(marito di Ortensia Calzino)

ORTENSIA CALZINO
(moglie di Emilio Calzino)

ALFONSO PESCE
(uomo della strada)



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Emilio Calzino è solo, seduto su una sedia. Davanti a lui, cinque o sei paia di calzini.

EMILIO CALZINO
Tutto sta nello scegliere il paio giusto di calzini.
(Ne prova uno.)
Blu il calzino, radioso il destino!
(Si guarda i piedi.)
Sì ma… calzini blu per oggi… per un giorno come oggi… Saranno davvero adatti?… Vediamo… proviamo piuttosto questi…
(Li prova.)
Calzino verde, la gente si diverte! Sì ma… dovrei parlarne a mia moglie… odia il verde. Difficile immaginare quanto. Il verde rappresenta per lei il colmo dell’ignobile, il parossismo dell’orrore... È fatta così mia moglie, è piena di pregiudizi.
(Ne prova un terzo paio.)
Calzino nero, nel domani spero!
(Si alza, fa qualche passo, li guarda con un sorriso di soddisfazione, poi sembra cambiare bruscamente idea.)
Ah no! non ci sto! non se ne parla nemmeno! insomma! Non sono un buffone! Mi merito un minimo di rispetto, ecco! non sono mica un tipo qualunque!… Emilio Calzino! Eh, sì! Mi chiamo Calzino, come un calzino! quando si dice il caso!…
(Si toglie i calzini e li lancia, poi ne prova un altro paio.)
Calzino bianco, fortuna accanto! Ecco! è proprio quello che mi serve! un paio di calzini… bianchi!

Entra Ortensia Calzino.

ORTENSIA CALZINO
Allora, sei pronto? Hai scelto i calzini? (guardando i piedi di suo marito) Ma guarda, ti sei messo i calzini bianchi? (aria di rimprovero) Calzino bianco, sfortuna accanto!

EMILIO CALZINO
Eh no! è: calzino bianco, fortuna accanto!

ORTENSIA CALZINO
Ma no! è: calzino bianco, sfortuna accanto! Insomma, fai come vuoi, dopotutto sono tuoi i calzini; il problema è tuo; tuo il problema, tua la vita, tuoi i calzini.
(Intanto Emilio Calzino raccoglie i calzini sparpagliati e li ripone.)
A proposito, hai finito la caffettiera?

EMILIO CALZINO
Beh, no... Non riesco a fare il beccuccio... era così facile con il porta-filtro, ma poi... non so perché, ma… mi blocco!... mi blocco sul beccuccio.

ORTENSIA CALZINO
Insomma, c’è sempre qualcosa che ti frena! Già col radiatore a olio ti bloccavi sul serbatoio. Per non parlare del pela-zucca, della biro auto-cancellabile, del filo per tagliare la carne macinata, dell’aereo senza reazione, del griglia-patate, del disossigenatore d’aria viziata, dell’acceleratore a tappicelle, dello spray d’ecclesiastici o l’apriscatole a elica!…
Perché non telefoni al Professor Iracon?!

EMILIO CALZINO
Ah sì! toh, è una buona idea… sì… è proprio quello che farò…
(Alza la cornetta e compone il numero.)
Pronto! Potrei parlare con il Professor Iracon per piacere… ah… sì… È uscito?… È morto?!… oh cavolo… bene… d’accordo… ma lei è sicura che… Sì, naturalmente… d’accordo… Arrivederla… E le porgo le mie più sentite… Ha messo giù! Ah! Che stronza! Ha messo giù la stronza!

ORTENSIA CALZINO
Ma insomma, Emilio! chi era?

EMILIO CALZINO
Era sua moglie. È morto.

ORTENSIA CALZINO
Chi? Iracon? Iracon è morto? No, da non crederci! Eppure non sembrava un tipo da morire senza preavviso…
Come farai con la caffettiera?

EMILIO CALZINO
(improvvisamente scoraggiato)
Credo che lascerò perdere. Pazienza! Berremo il tè al gelsomino o l’aranciata ghiacciata.

ORTENSIA CALZINO
O petrolio in barile!

EMILIO CALZINO
O pipì di giraffa!

ORTENSIA CALZINO
Le cascate del Niagara!

EMILIO CALZINO
Liquido pancreatico, acetone, sangue di vescovo, adrenalina!

ORTENSIA CALZINO
Si può bere?

EMILIO CALZINO
…brodo di calzino!

Lungo silenzio.

EMILIO CALZINO
(articolando lentamente)
Brodo di calzino.

Si toglie i calzini e comincia a strizzarli come se volesse ricavarne un liquido.

ORTENSIA CALZINO
Ce la metti tutta?

EMILIO CALZINO
È quasi asciutta!

ORTENSIA CALZINO
Ormai ci siamo!

EMILIO CALZINO
Sudo a tutto spiano!

ORTENSIA CALZINO
Spremi energicamente!

EMILIO CALZINO
Non essere impaziente!

ORTENSIA CALZINO
Ma se non esce niente!

Silenzio.

EMILIO CALZINO
Vedi… sono i calzini… Avrei dovuto diffidare dei calzini bianchi… (irritandosi) e guarda! una giornata rovinata! andata a puttane! Eppure si presentava bene questa giornata. C’era un non so che nell’aria che faceva presagire cose positive, no?

ORTENSIA CALZINO
Non ho sentito niente io.

EMILIO CALZINO
È ovvio. Non sentiamo le stesse cose. Eppure era nell’aria, ne sono sicuro.

ORTENSIA CALZINO
Se era nell’aria, dovrebbe esserci ancora!

EMILIO CALZINO
Non necessariamente. Ci sono cose che svaniscono, signora, ci sono cose che scompaiono, signora, ci sono cose che spariscono nel vuoto, signora, ci sono cose che… (cercando le parole) che…

ORTENSIA CALZINO
Ah! se è per questo ce ne sono di cose!
(Si dirige verso l’armadio e apre l’anta; cade un mucchio di oggetti eterogenei.)
Ecco! Tutte le sue cose, signore! E non svaniscono affatto!

EMILIO CALZINO
Le mie invenzioni! Attenta! Me le rompi!

ORTENSIA CALZINO
Tanto non ne funziona nemmeno una!

EMILIO CALZINO
Sono dei prototipi. Te l’ho già detto mille volte che i prototipi non sono fatti per funzionare.

ORTENSIA CALZINO
E per che cosa sono fatti?

EMILIO CALZINO
Sono fatti per… sono dei prototipi e basta. E poi alcuni funzionano.

ORTENSIA CALZINO
Ah sì? Quali?

EMILIO CALZINO
Ehm… Ho trovato! La canna da pesca! Vuoi che ti dimostri che funziona! Guarda, con questa si può pescare direttamente dalla finestra!

Allunga la canna da pesca e lancia la lenza dalla finestra. Dopo qualche istante…

ORTENSIA CALZINO
Ha abboccato?

Silenzio.

EMILIO CALZINO
Però… tutta questa gente che continua a morire… è proprio penoso alla fine!…

ORTENSIA CALZINO
Stai pensando a Iracon?

EMILIO CALZINO
A Iracon e a tutti gli altri! ce ne sono un mucchio!…
(Improvvisamente tira la sua canna da pesca, come se avesse abboccato qualcosa all’amo.)
Oddio! è roba grossa! lo so! Caspita, non riesco nemmeno a tirarlo su! Ortensia aiutami! È enorme! Vedi che funziona la mia canna da pesca? Allora, arrivi sì o no?!

ORTENSIA CALZINO
Vengo! Vengo!

Impugnano entrambi la canna da pesca. A un certo punto Alfonso Pesce appare attaccato al filo. Entra dalla finestra.

EMILIO CALZINO
Oh! questo qua chi è?!

ORTENSIA CALZINO
Uh, ma che bel bocconcino!

EMILIO CALZINO
Cosa ci fa lei qui?

ALFONSO PESCE
Cosa ci faccio qui?! Crede forse che io sia venuto qui di mia spontanea volontà? Mi ha pescato lei! Io camminavo tranquillo per la mia strada e hop! un amo si impiglia nel risvolto della giacca ed eccomi sollevato da terra! portato verso il cielo! Inutile cercare di aggrapparmi a una signora ben piantata che passava di lì, niente da fare! decollato dal suolo! (improvvisamente poetico) Involato via nell’iperspazio! Ed eccomi a navigare fra le comete, con i capelli nelle stelle, a giocare con le galassie, respirando gli odori intersiderali, fissando il nulla con i miei occhi sgranati!… Ah! amici! che profumo! Ed io, vagante in tutta questa voluttà… Che leggerezza! Che leggerezza!…

ORTENSIA CALZINO
Controlliamo subito. Emilio, va’ a prendere la bilancia.
(Porta la bilancia.)
Salga pure lì sopra. Controlliamo subito.

Pesce sale sulla bilancia.
Emilio e Ortensia si chinano per guardare l’ago.

ORTENSIA CALZINO
Guarda! l’ago non si muove! zero chili!

EMILIO CALZINO
Zero chili?

ORTENSIA CALZINO
Zero chili!

ALFONSO PESCE
Zero chili?

ORTENSIA CALZINO
Zero chili!

TUTTI E TRE INSIEME
Zero chili!!!

Silenzio.

ALFONSO PESCE
La sua bilancia è rotta.

EMILIO CALZINO
Come fa lei a saperlo? È uno specialista?

ALFONSO PESCE
Specialista, ha detto bene. Riparo bilance, soffitti, portafogli, pompelmi, pomi d’Adamo, terreni di caccia, pranzi di fine anno, gite in campagna, dimenticanze infauste, incontri inopinati, applausi esagerati, ortensie, e soprattutto… caffettiere!

EMILIO CALZINO
Incredibile! lei cade a fagiolo! Quando si dice il destino!…

ALFONSO PESCE
La sua caffettiera è guasta?

EMILIO CALZINO
Cioè… no, non proprio… vede, sto costruendo una caffettiera ma ecco… a dirla tutta sono bloccato sul beccuccio…

ALFONSO PESCE
È normale!

EMILIO CALZINO
Ah sì? Perché?

ALFONSO PESCE
Perché è la parte più difficile da concepire. Apparentemente sembra semplice, ma a rifletterci… è quasi metafisico.

EMILIO CALZINO
Quasi metafisico?

ALFONSO PESCE
Quasi metafisico.

ORTENSIA CALZINO
Quasi metafisico?

ALFONSO PESCE
Quasi metafisico. E poi io mi limito a ripararle le caffettiere, quelle che hanno già funzionato. Fabbricarle è tutta un’altra storia… Ci vuole molta fantasia.

ORTENSIA CALZINO
E lui non ce l’ha.

EMILIO CALZINO
Come non ce l’ho!

ORTENSIA CALZINO
No. Non ce l’hai.

EMILIO CALZINO
Si vede che non mi conosci!

ORTENSIA CALZINO
Figurati! dopo tanti anni vissuti insieme… ti conosco… sulla punta delle dita…

Guarda nella direzione dei piedi di Emilio. Gli altri due la imitano.
Lungo silenzio.

EMILIO CALZINO
Lo credi tu, ma in realtà non mi conosci, conosci solo cosa ho voluto mostrarti di me. L’altra parte di me, quella che tengo per me, ha molta più fantasia dell’altra, quella che conosci tu.

ORTENSIA CALZINO
Allora sentiamo, inventami qualcosa, dammi un po’ di quel tu che custodisci per te solo…

EMILIO CALZINO
Te lo sei davvero meritato?

ORTENSIA CALZINO
(rivolta a Pesce)
Quant’è pedante, non trova?

ALFONSO PESCE
Mi ha rovinato la giacca.

EMILIO CALZINO
Come?

ALFONSO PESCE
Lei mi ha rovinato la giacca con il suo amo. Guardi che strappo mi ha fatto! una bella giacca nuova di zecca… che ho ereditato dal mio bisnonno. Un gioiello di famiglia! (improvvisamente irritato) Si rende conto? e pensa di passarla liscia? (Agguanta Calzino.)

EMILIO CALZINO
Ehi! oh! cosa le prende?

Pesce gli strappa via un pezzo di camicia.

EMILIO CALZINO
Ehi! la mia camicia!

ALFONSO PESCE
Ah! adesso sa cosa si prova quando si perde un pezzo di vestito!

EMILIO CALZINO
È pazzo!

ORTENSIA CALZINO
Dal momento che non se la prende con i tuoi calzini…

Pesce va a sedersi in un angolo della stanza.

ALFONSO PESCE
Beh! schiaccerò un pisolino… Tutta questa storia… è estenuante…

Chiude gli occhi e si addormenta.

EMILIO CALZINO
Ah, e si mette anche a dormire adesso!

ORTENSIA CALZINO
Ma lascialo stare, sembra stanco… E poi se ha viaggiato nell’iperspazio!… Deve stancare, l’iperspazio!

EMILIO CALZINO
Credi davvero che sia stato nell’iperspazio!

ORTENSIA CALZINO
Perché no?

EMILIO CALZINO
Credi che tra il momento in cui l’ho pescato e quello in cui è entrato dalla finestra, abbia avuto il tempo di viaggiare nell’iperspazio?

ORTENSIA CALZINO
Perché no?

EMILIO CALZINO
E smettila di dire: perché no! spiegati!

ORTENSIA CALZINO
Guarda che faccia che ha. Credi che avrebbe quella faccia se non fosse stato nell’iperspazio?!

EMILIO CALZINO
Ora lo sveglio.

ORTENSIA CALZINO
Ma lascialo stare!

EMILIO CALZINO
(avvicinandosi a lui)
Ehi! questo non è un albergo!

ALFONSO PESCE
(svegliandosi a fatica)
Che succede?

EMILIO CALZINO
Su! Sveglia!

ALFONSO PESCE
Che succede? Cosa ci faccio qui?

EMILIO CALZINO
Non faccia finta di essersi dimenticato tutto…

ALFONSO PESCE
Ma le garantisco che…

EMILIO CALZINO
E la mia camicia! forse non si ricorda di avermela strappata! L’ho catturata con la mia canna da pesca poco fa…

ALFONSO PESCE
Ma cosa dice?! Catturato con una canna da pesca!
(Si mette a ridere.)
Con una canna da pesca! Ha! Ha! Ha! Troppo divertente!

EMILIO CALZINO
Ma sì! Guardi che sbrego le ho fatto alla giacca!

ALFONSO PESCE
Cosa! Mi ha rovinato la giacca nuova di zecca!

EMILIO CALZINO
Ci risiamo! adesso ricomincia!

ALFONSO PESCE
La giacca nuova di zecca che mi aveva lasciato il mio bisnonno sul letto di morte! Mi aveva fatto chiamare, giovane com’ero, e mi aveva detto con voce tremante: “vedi com’è bella questa giacca… non l’ho mai messa… è nuova… la lascio a te… è importante… portala sempre…”

ORTENSIA CALZINO
E lei l’ha sempre portata?

ALFONSO PESCE
Sempre da quel giorno!

ORTENSIA CALZINO
Che bella storia!
Ma dopo tanto tempo… Non è più nuova, no?

ALFONSO PESCE
È morto stamattina il mio bisnonno.

ORTENSIA CALZINO
Ah! allora capisco…

ALFONSO PESCE
Era un grand’uomo.

ORTENSIA CALZINO
Certo!

ALFONSO PESCE
Un genio.

ORTENSIA CALZINO
Evidentemente!

ALFONSO PESCE
Un superessere.

ORTENSIA CALZINO
Senza dubbio!

ALFONSO PESCE
Un Dio.

ORTENSIA CALZINO
Certamente.

EMILIO CALZINO
(con lo stesso tono di Pesce)
Un broccolo!

ORTENSIA CALZINO
Di sicuro!

EMILIO CALZINO
Un enorme yogurt!

ORTENSIA CALZINO
Sì, proprio.

EMILIO CALZINO
Il calzino più grande!

Momento di silenzio.
Hanno tutti l’aria un po’ smarrita.

ORTENSIA CALZINO
Come si chiamava?

ALFONSO PESCE
Pesce, come me.

EMILIO CALZINO
Lei si chiama Pesce?

ALFONSO PESCE
Pesce, come lui. Ma non ha mantenuto il suo nome a lungo.

EMILIO CALZINO
Ah, sì? Come mai?

ALFONSO PESCE
Crede che sia facile chiamarsi Pesce?

EMILIO CALZINO
Io, non mi chiamo Calzino?

ORTENSIA CALZINO
Anch’io! Anch’io mi chiamo Calzino!

ALFONSO PESCE
Ah sì? Vi chiamate Calzino?

EMILIO CALZINO
Emilio Calzino.

ORTENSIA CALZINO
Ortensia Calzino.

ALFONSO PESCE
Alfonso Pesce.

Si scambiano strette di mano.

EMILIO CALZINO
Era ora di fare le presentazioni. È vero, si chiacchiera, si chiacchiera, senza nemmeno sapere con chi si sta parlando. E quindi il suo bisnonno ha cambiato nome?

ALFONSO PESCE
Sì. Si è fatto chiamare Iracon.

ORTENSIA CALZINO
Iracon? Il Professor Iracon?

ALFONSO PESCE
In persona.

ORTENSIA CALZINO
Così lei è il pronipote del Professor Iracon?!

ALFONSO PESCE
Del fu Professor Iracon.

ORTENSIA CALZINO
Ma guarda! è straordinario!
Vero Emilio?

EMILIO CALZINO
Straordinario? Diciamo così.

ORTENSIA CALZINO
Ma dai, insomma! Il Professor Iracon… l’ultima volta che l’abbiamo visto… avrà avuto… quarant’anni! non di più!

EMILIO CALZINO
E allora?

ORTENSIA CALZINO
Eh! se questo signore è il suo pronipote!

EMILIO CALZINO
Sì ma l’ultima volta che l’abbiamo visto… era un sacco di tempo fa!

ORTENSIA CALZINO
Davvero?

EMILIO CALZINO
Ne sono sicuro! Era addirittura ben prima della…

ORTENSIA CALZINO
della…?

ALFONSO PESCE
della…?

EMILIO CALZINO
Sì. Ben prima della…

ORTENSIA CALZINO
E allora! della cosa?!

EMILIO CALZINO
Oh! insomma mi stressi!

ORTENSIA CALZINO
Sei tu che ci stressi a non finire mai le frasi!

EMILIO CALZINO
E perché dovrei finire tutte le frasi?!

ORTENSIA CALZINO
È il minimo dell’educazione. Soprattutto davanti a un invitato. Dico bene, Signor Pesce?

ALFONSO PESCE
A quanto pare.

EMILIO CALZINO
E se ho voglia di essere maleducato!
(rivolto a Pesce) Si può anche aver voglia di essere maleducati, no?

ALFONSO PESCE
Certo.

ORTENSIA CALZINO
Ah! Se ci fosse ancora il Professor Iracon…

Silenzio.

EMILIO CALZINO
Sembra che in realtà non sia mai esistito…

ORTENSIA CALZINO
Come?

EMILIO CALZINO
Eh sì! Proprio così. Sembra che non sia mai esistito, che in realtà non era lui a…

ORTENSIA CALZINO
“Non era lui a” cosa?

EMILIO CALZINO
Non era lui a…

ORTENSIA CALZINO
Insomma! lui a cosa?

EMILIO CALZINO
Non era lui a esistere.

ORTENSIA CALZINO
E chi lo dice?

EMILIO CALZINO
La portinaia, credo.

ORTENSIA CALZINO
Se credi a quello che dice la portinaia!…

ALFONSO PESCE
Le portinaie sono la bocca della verità.

ORTENSIA CALZINO
E cos’altro racconta la portinaia?

EMILIO CALZINO
Dice che il tizio che esisteva, quindi non quello che è morto, ma quello che esisteva davvero, in realtà era un’apparizione.

ORTENSIA CALZINO
Un’apparizione?

EMILIO CALZINO
Sì, un’apparizione, uno che non puoi toccare, se ci provi la mano lo trapassa.

ORTENSIA CALZINO
Un fantasma?

EMILIO CALZINO
Se preferisci.

ORTENSIA CALZINO
Lei crede ai fantasmi, Signor Pesce?

ALFONSO PESCE
Ah i fantasmi! È facilissimo giocare ai fantasmi… ma sa… Non ci sono né vincitori né vinti…

ORTENSIA CALZINO
I fantasmi! che storia!

ALFONSO PESCE
Una storia di fantasmi.

EMILIO CALZINO
Una storia stramba.

Restano in silenzio tutti e tre per un lungo istante.

EMILIO CALZINO
È passato il minuto?

ORTENSIA CALZINO
Però! che storia!

EMILIO CALZINO
Sa, io ho conosciuto un tale che si credeva un fantasma. Faceva: “huu! huu!”, viveva in un lenzuolo bianco e non ne usciva mai… e non si vedevano mai i suoi piedi! insomma un vero fantasma!

ORTENSIA CALZINO
Senza calzini?

EMILIO CALZINO
Senza l’ombra di un calzino!

ORTENSIA CALZINO
A me questa storia fa venire i brividi.
(Si avvicina a Pesce.)
Mi frizioni la schiena per favore.

ALFONSO PESCE
Come?

ORTENSIA CALZINO
Ho i brividi! Mi frizioni la schiena!

EMILIO CALZINO
Allora! Le frizioni la schiena, dato che ha i brividi.

ORTENSIA CALZINO
Ma sì! dato che glielo stiamo chiedendo!

Pesce esegue.

ORTENSIA CALZINO
Oh sì! Lì va benissimo! così… sì… Un pochino più in basso… Ancora… Sì, lì va benissimo... Un po’ più forte, mmm no, non forte, diciamo… più sostenuto… più regolare… Bene… Oh… Sì, lì va bene…

EMILIO CALZINO
Nessuno le ha detto di toccarle il sedere.

ORTENSIA CALZINO
Non è il sedere, è il fondoschiena.

EMILIO CALZINO
Eh no! Ho visto benissimo! Non era il fondoschiena, era l’inizio del sedere!

ALFONSO PESCE
Lei vede una differenza tra il fondoschiena e l’inizio del sedere?

EMILIO CALZINO
Certo che vedo una differenza tra il fondoschiena e l’inizio del sedere! L’inizio del sedere finisce là dove comincia il fondoschiena. Non ci sono sovrapposizioni, ha capito. È chiaro!

ALFONSO PESCE
Io trovo che il limite è piuttosto vago.

EMILIO CALZINO
Ah, lei trova che mia moglie abbia un limite vago?!

ALFONSO PESCE
No, no. Volevo dire, in generale, non solo per sua moglie, e per fortuna, il limite tra il fondoschiena e l’inizio del sedere è vago!… Mentre se metto la mano qui… (le mette una mano sul sedere) non ci sono dubbi, sono nella regione glutea, se la metto un po’ sopra… il dubbio c’è! sono nella zona vaga! Qua la zona vaga, là la zona glutea, qua la zona vaga, là la zona glutea, qua la zona vaga, là la zona glutea. Non ho ragione, cara signora?

ORTENSIA CALZINO
Oh sa! per me, il sedere!…

EMILIO CALZINO
Cosa vuoi dire con: “per me, il sedere”?

ORTENSIA CALZINO
Cosa voglio dire?

EMILIO CALZINO
Sì! cosa vuoi dire!

ORTENSIA CALZINO
Cosa voglio dire con il sedere?

EMILIO CALZINO
Non cosa vuoi dire con il sedere, cosa vuoi dire con: “per me, il sedere!”

ALFONSO PESCE
Ha un bel sedere.

EMILIO CALZINO
Ma guarda! il sedere di mia moglie le piace?

ALFONSO PESCE
Non che mi piaccia particolarmente… Lo trovo bello ob-biet-ti-va-men-te. Capisce cosa voglio dire? È bello ob-biet-ti-va-men-te… soprattutto dal didietro.

EMILIO CALZINO
Signor Pesce! questo è troppo! Le ordino di scusarsi immediatamente!

[...]

fine del passagio




Pierre-Yves Millot










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